Nel 1986 ero negli Stati Uniti, all'Indiana
University di Bloomington. Avevo un grant (una borsa di
studio) di sei mesi presso il Research Center for Language
and Semiotic Studies diretto da Thomas Sebeok. Confesso
che non ho studiato moltissimo. Ma a Bloomington c'erano
enormi aule con PC a disposizione degli studenti. Si scriveva
con software che tiravi su dai floppy da 5 1/4 (cinque pollici
e un quarto) che erano veramente floppy, cioè flessibili.
Io mi portavo Word 2 (non Winword) che però non si
poteva usare, o Wordstar, un sowtware oggi estinto.
Per imparare a scrivere avrei dovuto
scrivere qualcosa. Perché non narrativa? E siccome
scrivevo su un computer, ho pensato che avrei potuto scrivere
di computer. E siccome si parlava tanto di intelligenza
artificiale, e avevo alcune idee in proposito, perché
non scrivere una fiction sull'intelligenza artificiale?
E così è nata Asia, anzi A.S.I.A.
Quando sono tornato dagli Stati Uniti,
non ricordo come, qualcuno mi ha messo in contatto con il
gruppo Freebook. Era composta da Liliana Bucellini, una
vulcanica ragazza dai capelli corti e gli occhi vivacissimi,
Angela Manganaro, Marcello Correra e Michle Cannaò,
artista visivo e scrittore. La loro idea era pubblicare
romanzi su floppy disc, eventualmente in rete.
Ma cosa fosse la rete, nel 1986, lo
sapevano in pochi. Nei laboratori di PC di Bloomington,
per la verità, mentre picchiavo le mie ditine sui
tasti, vedevo dei giovanotti che leggevano sui loro schermi,
sorridevano, poi arrivava qualcun altro da un altro laboratorio,
leggeva anch'egli, insomma, avevo capito che si spedivano
dei messaggi da un computer all'altro. Ma di qui a sospettare
che avremmo acquistato i biglietti aerei sul Web ce ne correva.
Insomma, nasce a Milano Freebook. I
romanzi uscivano su floppy. Si potevano copiare, certamente.
I floppy avevano un sistema di protezione, una tacca sulla
plastica della guaina esterna, ma bastava un pezzo di nastro
adesivo e la protezione era cancellata. Era una prima forma
di no-copyright. Veniva pubblicata anche una versione su
carta, stampata su lunghe striscie di carta a moduli da
una stampante ad aghi in modalità grafica (si potevano
fare disegni e avere caratteri di stampa).
Così ASIA fu pubblicata in digitale.
Credo sia stato uno dei primi romanzi italiani in assoluto.
Credo che sia stato in assoluto il primo romanzo italiano
che parlava di informatica ad essere pubblicato su supporto
informatico.
Fu da questa versione che Giulio Bollati,
che da poco aveva rilevato la Boringhieri dando vita alla
Bollati Boringhieri, mi invitò a trarre la versione
pubblicata nel 1989. Quella di Freebook è leggermente
diversa, e il titolo è semplicemente ASIA.
E quindi la pubblicazione nel web in
spagnolo è perfettamente in tono con il destino di
ASIA. Forse Ivan, che conosce Borges, può intravvedere
un senso in questo labirintico percorso. Io, l'autore, ho
da tempo abbandonato ASIA alle vicende del mondo. E vedo
che se la cava benissimo.
Giampaolo Proni, luglio 2005